BASILICATA - Gran Tour filatelico d'Italia.
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Gran Tour filatelico d'Italia

Fabio Bisogno - 20.06.2022

      Il Gran Tour filatelico d'Italia é un progetto collettivo di filatelia tematica del CIFT realizzato da più collezionisti tematici in occasione del cinquantesimo anniversario delle Regioni a statuto ordinario (1972-2022).
Il progetto si ispira al Gran Tour del 1800, un lungo viaggio intrapreso dai giovani aristocratici per migliorare le proprie conoscenze e di solito aveva come meta l'Italia. L'ipotetico viaggiatore filatelico girerà tutta l'Italia.
Sono stato invitato dal CIFT a realizzare il capitolo unico relativo al viaggio in Basilicata.

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      Continuo il mio Gran Tour che dalla Calabria mi porta in Basilicata, arrivando a Maratea.
Curiosa é la storia del nome della Regione. Nella bozza della Commissione per l'istituzione delle Regioni italiane era previsto il nome di Lucania, ma nel testo definitivo approvato nel 1947 fu sostituito in Regione Basilicata.

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      Leggo dalla guida del Touring Club Italiano una breve storia della Basilicata e scopro che dopo la Magna grecia (V sec. a.C.), la Lucania Antica comprendeva vasti territori che si estendevano fino a Paestum.
In epoca augustea si chiamava Grande Lucania e si estendeva a tutta la Calabria (Regio III Lucania et Bruttii). Dopo la caduta dell'Impero Romano restò in possesso bizantino fino all'arrivo dei Longobardi; con i Normanni fu fondato il Ducato di Puglia e Calabria.
Federico II di Svevia fondò il Giustizierato di Basilicata, poi con gli Angioini attraversò una profonda crisi superata solo nel 1735 con i Borbone di Napoli. Nel 1860 fu la prima provincia del Regno delle Due Sicilie a dichiarare l'annessione al nascente stato italiano.

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      L'intero tratto costiero sul Mar Tirreno si affaccia nel Golfo di Policastro. Visito la spiaggia di Castrocucco dove nel 2020 sono nate delle tartarughe marine.
L'antico borgo é sovrastato dal Monte San Biagio su cui svetta la Statua del Redentore, alta 22m. e realizzata in marmo di Carrara nel 1965 dallo scultore Bruno Innocenti.
Percorrendo il litorale arrivo in località Acquafredda. Costruita sulla punta San Pietro a picco sul mare c'é Villa Nitti, di proprietà del presidente del consiglio, che negli anni '70 diventò patrimonio della Regione Basilicata.

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      La visita é breve, perché sono diretto a Lagonegro per visitare la vecchia stazione. Era la stazione terminale della linea Sicignano degli Alburni - Lagonegro, inaugurata nel 1892 e chiusa nel 1987. Decido di prendere un'auto a noleggio, scelgo una FIAT 500 e parto in direzione di Lauria.
Giunto in città visito la chiesa di San Giacomo del XV sec., ubicata nel rione di Lauria Inferiore, poi arrivo a Lauria Superiore per un prelievo in banca e proseguire il mio giro turistico, ma é chiusa.

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      Mi hanno consigliato di visitare il versante lucano del Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1993 (ne fanno parte 24 comuni) per i suoi prodotti tipici, la flora e la fauna. Decido di fermarmi a Rotonda, sede del parco, per assaggiare un piatto di fagioli biachi DOP. A Carbone acquisto il tartufo bianco, chiamato il Re Bianco. Carbone é un piccolo borgo di 650 abitanti fondato intorno al 1000 che racchiude un immenso patrimonio naturalistico (zona di massima protezione del Parco Nazionale).
Il Fagiolo Bianco o Poverello (Phaseolus vulgaris) di Rotonda, dopo l'audizione per il riconoscimento della denominazione di Origine Protetta fatta del 2007, ha ottenuto la registrazione ufficiale dalla Commissione Europea nel 2011.
Continuo il mio tour arrivando a Castronuovo Sant'Andrea. Il borgo di orgine romana ha modificato il suo nome nel 1823. Nel 1521 nacque l'asceta Andrea Avellino della Congregazione dei Teatini, venerato in tutto il mondo, e mi fermo a visitare la chiesa risalente al 1500.
Il Parco Nazionale si trova soprattutto tra il massiccio del Pollino e i monti dell'Orsomarso. Con le cime più alte del Mezzogiorno (oltre 2100 m.) ed un territorio di oltre 192 mila ettari, é l'area protetta più grande d'Italia. Tra la sua fauna spicca il lupo, che dalla Sila si é spinto in Lucania, ma la lontra é più rara da incontrare.

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      Lascio il Parco in direzione Moliterno per un prelievo in banca e mi trovo nella Val d'Agri. A Moliterno nacque Ferdinando Petruccelli della Gattina nel 1815, scrittore, uomo politico, deputato del parlamento italiano nel 1861.
Durante il breve tragitto noto un immenso impianto petrolifero e leggo dalla mia guida turistica che nel 1958, Enrico Mattei intensificò la ricerca fino alla scoperta di importanti giacimenti di idrocarburi, ma solo alla fine degli anni '70 la ricerca si spostò nell'aera di Viggiano. Lo sviluppo dell'attività petrolifera inizia negli anni '90 con la scoperta dei giacimenti della Val d'Agri, diventato il giacimento più grande dell'Europa continentale. Viggiano, però, non é solo petrolio.
La Montagna Grande di Viggiano, alle spalle del paese, é un'iportante località turistica e fa parte del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano.
La Madonna Nera é la patrona della Basilicata che risiede per sei mesi nel Santuario del Monte ed altri sei mesi nella Chiesa Madre di Viggiano.
Nel 1996 per la prima lavorazione del petrolio si costruì il Centro Olio Monte Alpi. In seguito fu realizzato un oleodotto per trasportare il petrolio greggio alla raffineria di Taranto.
L'ENI (il cane a sei zampe) e la Shell Italia gestiscono le risorse lucane di idrocarburi, contribuebdo per oltre l'ottanta per cento al fabbisogno nazionale.

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      A pochi minuti di distanza c'é Villa D'Agri e mi reco a visitare i ruderi del monastero di Santa Maria dell'Aspro, ex convento di Santa Maria di Loreto del XII secolo, dove ogni anno si rievoca la rappresentanzione delle 14 stazioni della via crucis. All'interno dell'antico tempio la campagna di scavi archeologici ha portato alla luce numerosi reperti.
Costeggiando i boschi dell'Appennino Lucano incontro un cinghiale sul bordo della strada. Rallento, lo ammiro e continuo il mio viaggio. Nell'area si trovano ancora zone che portano i segni degli incendi di alcuni anni fa. Leggo dalla mia guida che l'Ente Parco ha avviato un piano di salvaguardia dei boschi e lotta contro gli incendi boschivi.
Passo per un piccolo borgo medievale nascosto tra le montagne, a quasi 1000 metri di altezza. Attraverso la piazza di Sasso di Castalda, intitolata a Don Giuseppe De Luca, nato nel 1898, prete romano. Fu intellettuale ed editore, amico di Benedetto Croce e Giovanni Gentile.
Ebbe una stretta amicizia con il cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI ed un'amicizia personale con Papa Giovanni XXIII. Quando Don Giuseppe De Luca fu ricoverato in ospedale, ormai vicino alla fine, ricevette la visita del Papa buono.
Attraverso l'area del fiume Melandro e passo per Tito, importante centro fieristico di prodotti agroalimentari regionali... Naturalmente Lucano.

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      La Comunità montana del Melandro comprende anche il territorio di Picerno. Il paese dei sapori, situato alle pendici del Monte Li Foj, é la meta ideale per i cercatori di tartufi e porcini. Da tempo resiste la tradizione dell'uccisione del maiale per la preparazione della prelibata Lucanina, la salsiccia dalla caratteristica forma ad "U". Tra i prodotti tipici lucani ci sono i salumi IGP di Picerno.
Il mio viaggio prosegue e sono a pochi chilometri da Potenza. Entro nella zona industriale in contrada Gallitello, passando di fianco all'azienda L'alimentare Lucana che opera nella produzione dell'olio di oliva.

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      La zona industriale di Potenza é molto ampia, percorrendo la statale mi ritrovo in contrada Rossellino, noto subito la presenza di fabbricati in disuso come quella della OREB spa.
Arrivato a Potenza, capoluogo della Basilicata, decido di fermarmi per poter visitare le attrazioni storico-culturali della città.
Attraverso il fiume Basento che costeggia la città e percorro la strata intitolata a Vincenzo Verrastro.
Qui ha sede il palazzo della regione Basilicata che nel 1971 ha approvato il suo Statuto. Sulla facciata d'ingresso c'é lo stemma, costituito da quattro onde in azzurro che rappresentano i quattro fiumi principali: il Bradano, il Basento, l'Agri e il Sini.

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      Il centro storico di Potenza si apre con la piazza Mario Pagano, dove ha sede il Palazzo della prefettura, ma originariamente era l'ala occidentale del monastero di San Francesco. Dopo la soppressione dell'Ordine monastico (1807), si insediarono gli Uffici dell'Intendenza ed il Tribunale. Nel 1860 il palazzo ospitò il primo Prefetto della Provincia di Basilicata e cambiò nome diventando Palazzo della prefettura.
Di fronte c'é il Palazzo dell'INA realizzato nel 1937. Completano la piazza, il Teatro Francesco Stabile ed il palazzo dela redazione della Gazzetta del Mezzogiorno.
Nell'angolo destro della piazza si trova la chiesa di San Francesco, realizzata nel 1274 e costruita sui resti di un oratorio proto romanico. La data é riportata nell'iscrizione posta alla base dell'archivolto.

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      Girando nel rione Francioso mi imbatto in una stradina intitolata alla poetessa Isabella Morra.
La nobildonna Isabella Morra (1520-1548), nata a Favale (odierna Valsinni) vicino Matera, condusse una vita difficile nel castello di famiglia. Sola fin da quando aveva otto anni ebbe come unico conforto la composizione di poesie. Il suo precettore, per alleviare la sua solitudine, favorì la corrispondenza tra Isabella e il poeta spagnolo Diego Sandoval de Castro. Isabella aveva ventitré anni, la gente cominciò a mormorare e le dicerie giunsero ai fratelli che attuarono una sanguinosa vendetta, uccidendo prima il precettore, poi Isabella e, qualche tempo dopo, il poeta Diego.
Fu Benedetto Croce a riscoprire la poetessa. Nei primi del 900 si recò in Basilicata per addentrarsi nei documenti del processo intentato dagli spagnoli contro i fratelli Morra per l'omicidio di Sandoval e trovò le poesie di Isabella conservate negli atti processuali.
Il trasporto sentimentale che Croce ebbe nei confronti di Isabella Morra si evince nella sua opera del 1928: Storia di Isabella Morra e Diego Sandoval de Castro.
Oggi molti critici autorevoli intravedono nella sua poesia i concetti pessimistici di Giacomo Leopardi.

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      Il centro storico, chiamato Sopra Potenza, é ricco di strade intitolate ad illustri personalità potentine. Il 1799 vide i laici di Potenza protagonisti della repubblica Napoletana con eventi che hanno segnato la storia della città quali l'assassinio del vescovo Giovanni Andrea Serrao.
In via Serrao ha sede il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata Dinu Adamesteanu, ubicato nel Palazzo Loffredo, che costodisce i gioielli della Principessa italica di Vaglio vissuta nel VI sec. a.c.; una bambina dell'età di sette anni seppellita con tutto quello che sarebbe stato il suo corredo matrimoniale, rinvenuta durante gli scavi nella vicino Vaglio di Basilicata.
La Torre longobarda, sita in via Beato Bonaventura, faceva parte di un castello signorile del IX sec. che prende il nome dalla famiglia del Conte Guevara a cui gli Aragonesi diedero potenza nel 1400.
Nel rione Lucania, c'é la strada intitolata a Francesco Torraca, nato a Pietrapertosa nel 1853, fu professore e scrittore.
Nata dalla fusione tra la Banca di Lucania e la Banca popolare di Pescopagano e Brindisi, la Banca Mediterranea ha sede, in via Nazario Sauro nel rione Francioso, nel palazzo noto come Castello postmoderno.

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      La sorica Sfilata dei Turchi che, come ogni anno, si svolge nel centro storico di Potenza il 29 maggio in onore di San Gerardo patrono della città. Tre epoche sono raccontate attraverso quadri folcloristici, in un percorso di quasi mille anni, che rappresentano la leggenda con la storia.
Primo ambiente: periodo storico 1800.
Dedicato alle tradizioni del popolo potentino: si racconta il momento della parata ed il clima di attesa della preparazione che precede la festa del Santo Patrono, in Piazza Sedile.
Secondo ambiente: periodo storico 1500.
rievoca un documento del 1578 in cui si descrive il popolo potentino che, vestito alla turca, accoglie in città il nuovo conte Alfonso de guevara. Il quadro rappresenta San Gerardo bambino che, su una barca, salva la città dall'invazione dei Turchi. Il quadro si apre con la carrozza di Civuddine e il suo harem; seguono i lancieri, gli arcieri e gli spadaccini turchi, che inscenano combattimenti con l'esercito.
Terzo ambiente: periodo storico 1100.
Rappresenta il momento di devozione verso "u prut' tor", mette in evidenza la religiosità dei potentini durante il XII secolo quando San Gerardo, dopo il suo vescovado durato dal 1111 al 1119, venne santificato vox populi divenendo Santo Patrono della città di Potenza. In questo ambiente sfila il Tempietto di San Gerardo.

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      La sfilata dei turchi si svolge per tutto il centro storico, ma mi reco al Comune di Potenza per informarmi sul percorso e mi incuriosisce subito lo Stemma comunale.
La sfilata passa per via Pretoria dove si trova il Comando provinciale dei Carabinieri.
La sfilata termina al Duomo di San Gerardo. La visita continua all'interno della chiesa Cattedrale. Inizialmente dedicata alla Beata Vergine Assunta, venne in seguito dedicata a Gerardo La Porta, vescovo di origine piacentina, che resse la diocesi dal 1111 al 1119, eletto Santo Patrono della città.
Un'iscrizione romana del I sec. d.c. fa risalire la sua costruzione su un preesistente edificio. Il campanile situato a destra ha sostituito quello originario posto a sinistra della cattedrale distrutto dal terremoto del 1846.
Prima di continuare il mio tour, faccio altri acquisti di prodotti tipici della Basilicata. Naturalmente Lucano.
Numerosi sono i prodotti tipici e le produzioni biologiche a marchio DOP, DOC, IGP. L'evento trae origine dalla Agricoltreno, una mostra itinerante organizzata dal ministero dell'Agricoltura, dalle FS e dalla trasmissione televisiva Linea Verde, sui prodotti agroalimentari.

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      Il giro turistico nel capoluogo lucano termina e così proseguo il mio viaggio percorrendo la storica strada che negli anni 70 fu il percorso del trofeo Città di Potenza, la corsa automobilistica in salita di otto chilometri.
Scenario naturale della manifestazione erano i tornanti della SP5 che da Abriola salgono fino a quota 1273 metri presso il valico della Sellata. Il passo é una strada panoramica dalla quale si ammira la cresta del Monte Pierfaone, immersa nei boschi del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano.
Mi dirigo a Sant'Angelo Le Fratte, nella valle del Melandro, per ammirare la chiesa del Sacro Cuore e di San Michele del 1600, ma soprattutto perché é il paese delle cantine. Approfitto delle cantine aperte per acquistare i vini lucani.
LA sosta é breve e continuo in direzione di Muro Lucano, noto come borgo presepe, ma soprattutto per aver dato i natali a San Gerardo Maiella (1726-1755), patrono della Basilicata. A soli due chilometri, in località Capodigiano, si recava San Gerardo per venerare la statua della Madonna con il Bambino.
Nel santuario di Capodigiano é conservato il quadro raffigurante l'apparizione del Bambino a San Gerardo.

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      Passo per il centro di Avigliano, dove é ubicata la Fontana del Borgo, costruita nel 1871 recante al centro la stemma della città. Mi fermo a Filiano per acquistare il tipico formaggio pecorino, poi raggiungo la località Bosco di Lagopesole per visitare le pitture rupestri di Tuppo dei Sassi. Le pitture di colore rosso, realizzate con le dita, rappresentano una scena di caccia ai cervi.
A pochi minuti c'é Sant'Ilario, una frazione di Atella, che nel mese di agosto organizza il Festival Nazionale di organetto ed in ogni casa non manca questo strumento musicale. Passo davanti la chiesa e al campanile con l'orologio.
Giunto ad Atella, al centro della Valle di Vitalba, la prima visita é al Duomo di Santa Maria ad Nives, poi nel centro storico c'é la Torre Angioina. Il castello era formato da quattro torri laterali di guardia e circondato da un profondo fossato, fu oggetto di un lungo e sanguinoso assedio avvenuto nel 1496.
Le colline che circondano Atella sembrano disposte come a formare un anfiteatro naturale che fa del territorio un luogo prezioso dal punto di vista naturalistico, eccellente per passeggiate a cavallo.

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      Giudo per circa dieci minuti ed arrivo ai laghi di Monticchio, formati nel cratere dell'antico vulcano del Monte Vulture. Sulla sponda del lago piccolo é situata l'abbazia di San Michele Arcangelo, risalente all'VII secolo. Al suo interno é ospitato il Museo di Storia Naturale del Vulture con ampie sale dedicate alla rara falena Bramea, scoperta nel 1963 dal conte Federico Hartig.
Dopo una breve sosta, arrivo a Rionero in Vulture. Il territorio é caratterizzato dalla produzione dell'Aglianico ed il vitigno può essere coltivato solo nella zona del monte Vulture che comprende i territori di Rionero, Melfi, Rapulla, Lavello, Venosa, Forenza e Acerenza. L'Aglianico del Vulture é un vino DOC e ne faccio una grande scorta prima di rimettermi in viaggio.
A pochi minuti di distanza c'é Melfi ed una visita al castello normanno é d'obbligo.

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      Dopo aver visto un falco volare verso le torri del castello normanno-svevo, entro all'interno per visitare il Museo Archeologico che vanta numerosi reperti di varie epoche. Il più importante é l'Askos, realizzato in ceramica listata databile alla prima metà del III secolo a.C., e testimonia il processo di romanizzazione dell'area. L'Askos a tre bocche é un eccezionale reperto per la complessità della scena raffigurata; fu rinvenuto a Lavello (l'antica Forentum) nel 1922 ed é chiamato Catarinella dal nome del suo scopritore.
Il viaggio continua per la successiva tappa lucana passando per la frazione San Nicola di Melfi che ospita la sede della Società Automobilistica Tecnologie Avanzate. La SATA é uno stabilimento della FCA Italy, controllata da Stellantis, inaugurato nel 1994 con oltre 12.000 dipendenti, ed é considerato una degli impianti più moderni al mondo.
Lavello é nota per le sue quattro antiche fontane rurali con le loro originali architetture. Passando per piazza Matteotti, con la sua fontana monumentale, vado a visitare la Fontana nuova con il suo antico abbeveratoio.

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      Il mio viaggio in Basilicata continua in direzione di Venosa, dove nel 65 a.C. é nato il poeta latino Quinto Orazio Flacco.
Nel centro storico della città di Venosa, ho ammirato la storica casa del poeta che viveva nella corte dell'imperatore romano dove sfoggiava le sue poesie.
Ricordo Orazio per la sua famosa poesia Carpe Diem. Visito poi il parco archeologico con le sue numerose Domus, ma prima di lasciare la città vado all'abbazia della Trinità per visitare l'abside dell'antica chiesa.

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      Il viaggio continua passando per Palazzo San Gervasio che ha dato i natali a Camillo D'Errico. I D'Errico erano una ricca e potente famiglia che aveva aiutato lo sviluppo economico del Nord Est della Basilicata. Camillo D'Errico partecipò al movimento liberale del 1848.
In quegli anni Palazzo San Gervasio diventò un polo di aggregazione politica per tutti i patrioti lucani. Nel 1861 fu sindaco, carica che ricoprirà per 35 anni, contribuendo allo sviluppo economico sociele della città.
Nella vicina Forenza si Svolge il Palio delle sette contrade. E' La rievocazione si un'antichissima tradizione risalente al 500 che si svolge vicino al rudere della chiesa di Santa Maria degli Armeniis.
Mi fermo a Genzano di Lucania per ammirare la nota Fontana Cavallina che nel suo complesso architettonico ha la forma di un anfiteatro e sull'arco c'é una statua della dea Cerere. E' alimentata da tre fonti: per la fontana, per la vasca secondaria e per l'abbeveratoio pubblico. In collina visito il castello di Monteserico che fu teatro della battaglia tra i normanni ed i bizantini con la sconfitta di questi ultimi. Qui amava soggiornare Federico II di Svevia.

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      A soli 25 minuti di distanza c'é Acerenza, tra i borghi più belli d'Italia. L'area é caratterizzata dalla presenza di testimonianze di insediamenti preistorici collegati all'antica Acheruntia, famosa per il culto di Ercules Acheruntinus. Il 12 agosto si svolge il corteo storico che sfila per l'antico borgo medioevale rievocando l'incontro tra Roberto il Guiscardo e l'arcivescovo Godano che decisero la costruzione del tempio: dai Longobardi ai Normanni, storia della cattedrale di Santa Maria Assunta.
La tappa successiva é una visita alle Dolomiti Lucane, nel Parco regionale di Galllipoli. Con un'ora di macchina arrivo a Pietrapertosa, per una pausa gastronomica. Riparto e continuo con la strada panoramica passando per Castelmezzano e Campomaggiore.
Finalmente sono in provincia di Matera ed il tour continua per Tricarico che si affaccia sulla vallata del fiume Basento. La storia di Tricarico é segnata dalla dominazione araba, poi ci saranno i bizantini ed i normanni. Al centro del paese c'é il castello e la torre ha continuato a svolgere la sua funzione militare fino al '600.

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      La Basilicata é ricca di castelli. Dall'alto di una collina il castello di San Mauro Forte domina la valle ricca di uliveti. San Mauro Forte é chiamata la città dell'olio. Visito il borgo medioevale con la sua imponente torre normanna del XI secolo.
Dopo un lungo viaggio arrivo a Matera, la città é nota un tutto il mondo per i suoi Sassi. Matera é stata designata nel 2014 Capitale europea della cultura per il 2019.
Nel centro di Matera visito la cattedrale di Santa Maria la Bruna dove é custodito il presepe in pietra calcarea realizzato nel 1534 dallo scultore Altobello Persio.

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      I festeggiamenti in onore della protettrice di matera, la Madonna della Bruna, avvengono durante il luglio materano. Prima di concludere il mio viaggio in Basilicata, decido di passare per Pisticci Scalo e gustare il tipico Amaro Lucano. L'ultima tappa del tour é Metaponto, sul Mar Ionio. Sulle colline a ridosso del Metapontino c'é la coltivazione di ulivi. In pianura sono sviluppate le piantagioni di fragole, di cui la Basilicata é la prima produttrice a livello nazionale. Qui trascorse l'ultimo periodo della sua vita Pitagora che intuì l'efficacia della matematica per descrivere il mondo.
Oramai sono in Puglia ...

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