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Il verificatore e la nitidezzaL'articolo 249 | |
Fabio Bisogno - 10.02.2020 | |
A tutti i collezionisti sarà capitato di avere tra le mani una busta con un’affrancatura meccanica di scarsa qualità perché impressa in maniera illeggibile; con tutta la buona volontà, nell'impronta mostrata è appena leggibile la data e la tariffa di L.650 e, purtroppo, la sua archiviazione sarà stata il cestino. | ![]() |
![]() | Se capita tra le mani una busta affrancata meccanicamente con L.650, tassata e con altri segni di posta, allora viene salvata dal cestino o dalla scatola, ed il collezionista si incuriosisce, la studia ed inizia a diventare interessante la ricerca della motivazione di tutti i segni impressi. La busta, allora, viene inserita nel nostro raccoglitore ad anelli; ma merita di più ed il collezionista inizia la ricerca e con un pò di buona volontà riesce a trovare l'esatta motivazione a tale procedura postale. |
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Sicuramente di tassate (con il timbro T) ce ne sono in giro migliaia, ma ciò che rende interessante la busta in questione è proprio il riferimento all’articolo 249 del regolamento del codice postale e delle telecomunicazioni che detta le Caratteristiche dell'impronta della macchina affrancatrice, in particolare: “le impronte delle macchine affrancatrici debbono essere nitide ed impresse con inchiostro di colore rosso vivo direttamente sugli involucri delle corrispondenze o sui bollettini di spedizione dei pacchi, a seconda dei casi”. L’articolo 249 prosegue dettando le caratteristiche della data che deve essere quella del giorno in cui gli oggetti sono consegnati all'ufficio postale. |
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